Le tastiere ridotte sono particolarmente
indicate nei casi in cui la persona disabile, pur avendo una buona
precisione nel movimento, non abbia le capacità o la forza
per controllare lo spazio utile di una tastiera normale.
Il caso tipico è quello dei ragazzi con miodistrofia, per
i quali la tastiera ridotta con tasti particolarmente sensibili
costituisce una proposta risolutiva per un certo arco temporale
della malattia.
La miniaturizzazione della tastiera si può ottenere o riducendo
la grandezza dei tasti, o riducendone il numero, o entrambe
le cose. Nel secondo e terzo caso, spesso si tratta di
tastiere realmente diverse dal normale, in quanto ad ogni tasto
vengono associati diversi significati, richiamabili attraverso
opportuni tasti funzione.
Nel commercio comune può succedere di imbattersi
in “tastiere salvaspazio”, vere e proprie copie ridotte
di una tastiera normale che possono risultare notevolmente utili
per disabili.
Fino a quanto è utile ridurre la grandezza della tastiera,
ad es. nel caso di una patologia grave? La risposta sta, come
sempre, nel valutare inseme alla persona disabile e ad un riabilitatore
esperto il rapporto costi(fatica)-benefici: in
alternativa alla tastiera possono essere adottate altre forme
di input meno affaticanti ed altrettanto efficienti, come ad es.
gli emulatori di tastiera, che saranno oggetto dei prossimi capitoli.