IL PERCORSO AUSILI
PER COMINCIARE ATTENTI A...

Prima di trattare il tema del “percorso-ausilio” diamo alcune semplici e chiare indicazioni di atteggiamento ad uso dei non addetti ai lavori.

L’esperienza ci insegna che occorre fare attenzione a:

  1. Anche se è indispensabile la conoscenza approfondita della patologia, l’ausilio si sceglie primariamente in relazione alla disabilità, che definisce la capacità di svolgere una funzione in un determinato contesto
    non legare l’idea di ausilio alla “patologia” (diagnosi) del bambino: gli ausili non sono medicine correlabili a un sintomo. Infatti una stessa menomazione (es. tetraparesi spastica) può dare luogo a disabilità diverse in persone diverse, per non parlare della frequente presenza di più disabilità sovrapposte; la stessa disabilità può inoltre dare luogo a diverse situazioni di svantaggio esistenziale a seconda dei diversi contesti di vita della persona. Infine, persone con uguale menomazione possono svolgere lo stesso compito con strumenti del tutto diversi, così come il medesimo strumento può servire per svolgere funzioni differenti (si pensi ad es. al PC).
    Così, in concreto, non ha senso cercare un ausilio per la scrittura per spastici, bensì un ausilio per la scrittura per …….. che frequenta la classe …… nella scuola di ……, ha difficoltà di ……. e gli obbiettivi che ci si pongono sono …… . Le soluzioni possono essere molteplici.

  2. non nutrire aspettative miracolistiche rispetto all’ausilio: per quanto potente sia l’ausilio non può essere investito di funzioni di “normalizzatore”. In altre parole non vale mai l’equazione: bambino disabile + ausilio tecnologico = bambino nomale. Banale e scontato!? Non sempre, esperienza insegna. La proposta dell’ausilio richiede sempre un contributo attivo nell’adattamento reciproco persona-ambiente.

  3. non confondere la potenza tecnologica con la validità di una soluzione: ausili tecnologicamente poveri possono risultare molto più funzionali e immediati di soluzioni tecnologicamente avveniristiche; per meglio dire, si possono utilizzare ausili diversi a seconda delle situazioni e delle risorse disponibili. Utilizzando spirito di osservazione e buon senso, con la consulenza di un centro specializzato, si possono escogitare soluzioni ottimali utilizzando tanto apparecchiature “speciali”, quanto prodotti di normale commercio o realizzazioni artigianali ad hoc.

  4. evitare la delega agli “esperti di tecnologie”: molte volte capita che educatori e insegnanti si rivolgano al nostro Centro Ausili Tecnologici affermando di non sapere nulla di ausili informatici e chiedendo …”diteci voi che obbiettivi sono possibili per questo bambino”, oppure “cosa ci consigliate di fare?”.
    Il confronto con il Centro Ausili è di tipo tecnico-metodologico, per capire quali mezzi siano più adeguati per raggiungere gli obbiettivi ipotizzati, ma anche quali siano le modalità di proposta e di utilizzo dell’ausilio più adeguate.
    Bisogna avere ben chiaro che il percorso-ausili nella scuola è anzitutto una “presa in carico” da parte della scuola stessa, che mantiene il proprio ruolo nel definire e perseguire (anche in coordinamento con le risorse del territorio) gli obbiettivi educativi e didattici. Che senso avrebbe delegare la definizione di questi obbiettivi a soggetti esterni solo perché per il loro raggiungimento si immagina di utilizzare tecnologie avanzate?

  5. considerare la situazione di vita e non la disabilità dell'alunno: le difficoltà non sono solo del bambino disabile, ma anche di insegnanti, educatori, famiglia, assistenti …. Anche la proposta dell’ausilio quindi riguarda, più o meno direttamente, tutti i protagonisti della situazione: l’analisi del bisogno e la definizione degli obbiettivi, non possono essere perciò frutto di improvvisazione né l’esclusiva di una figura professionale, ma devono essere concordati e condivisi.

  6. avere un atteggiamento realistico rispetto agli obbiettivi: un consiglio può essere quello di ridefinire gli obbiettivi post-ponendo l’aggettivo “possibile”.
    Ad esempio, non parliamo di ricerca di un ausilio per l’autonomia in una certa funzione, bensì per l’"autonomia possibile" in quella funzione. Gli obbiettivi sono sempre concetti relativi, sia perché riguardano una particolare persona in un particolare contesto e momento, sia perché si possono realizzare per piccoli passi, pensando ad un percorso progressivo di cui oggi si vede l’inizio (l’obbiettivo possibile, appunto) lasciando aperte prospettive più elevate in futuro.